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La formazione di uno specialista in ortodonzia ha tappe ma non confini, é animata dalla passione per la realtà, dalla responsabilità di fronte al proprio compito e dalla progressiva consapevolezza di sè. La questione della formazione, o più in generale dell’esperienza, é essenziale in qualsiasi ambito lavorativo e soprattutto in campo medico ed ortodontico in particolare. D’altra parte le due parole, formazione ed esperienza, evocano orizzonti cosi ampi e personali che, a mio avviso, è impossibile prevederne compiutamente lo sviluppo. In altre parole, non sempre formazione equivale a conquista di abilità sul campo, nè una lunga esperienza si traduce sempre in performance professionali di alto livello.
Amaramente posso dire che il mio percorso di laurea non mi ha preparato adeguatamente al mondo del lavoro lasciandomi spazi di incertezza che ho in parte colmato con l’aggiornamento post-laurea, la frequentazione degli studi in cui ho fatto tirocinio o lavorato, attività come l’MBTeam, la buona pratica clinica e gli insegnamenti derivati dai miei mentori.
Tutto ha concorso a creare in me quel “bagaglio” di esperienze formative a cui ogni ortodontista fa riferimento nel corso del tempo.
La mia ultima (la seconda) esperienza in Brasile dal Prof Hugo Trevisi, il padre della tecnica MBT, o maís clínico, come lo definiscono i colleghi sudamericani, ha contribuito ad ampliare le mie conoscenze. Sono stato da lui di nuovo questa estate, ho praticamente trascorso le mie vacanze nel suo Studio. La sua disponibilità alla collaborazione e, ancor prima, alla condivisione, è stata per me un modo per crescere e maturare professionalmente in modo determinante.
Il primo vero elemento formativo è osservare, confrontarsi e possibilmente vedere qualcuno più bravo in azione. Con Hugo é sempre così. Ogni lezione è un’ondata di informazioni, ogni argomento si rinnova attraverso l’interazione del gruppo di lavoro, e il tempo trascorso nella clinica di Presidente Prudente nello stato di San Paolo in Brasile, ha fugato dubbi, mi ha riempito di idee e allargato l’orizzonte. Voglio condividere con i colleghi questa esperienza perché non capita tutti i giorni di entusiasmarsi in questo modo dopo uno stage. Anzi.
Ebbene, qui lo dico e mai lo negherò, continuerò a seguire il prof Hugo Trevisi in futuro dove e quando ne avrò la possibilità.
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