La mia esperienza da Hugo Trevisi (di G. Lopez)

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La formazione di uno specialista in ortodonzia ha tappe ma non confini, é animata dalla passione per la realtà, dalla responsabilità di fronte al proprio compito e dalla progressiva consapevolezza di sè. La questione della formazione, o più in generale dell’esperienza, é essenziale in qualsiasi ambito lavorativo e soprattutto in campo medico ed ortodontico in particolare. D’altra parte le due parole, formazione ed esperienza, evocano orizzonti cosi ampi e personali che, a mio avviso, è impossibile prevederne compiutamente lo sviluppo. In altre parole, non sempre formazione equivale a conquista di abilità sul campo, nè una lunga esperienza si traduce sempre in performance professionali di alto livello.

Amaramente posso dire che il mio percorso di laurea non mi ha preparato adeguatamente al mondo del lavoro lasciandomi spazi di incertezza che ho in parte colmato con l’aggiornamento post-laurea, la frequentazione degli studi in cui ho fatto tirocinio o lavorato, attività come l’MBTeam, la buona pratica clinica e gli insegnamenti derivati dai miei mentori.

Tutto ha concorso a creare in me quel “bagaglio” di esperienze formative a cui ogni ortodontista fa riferimento nel corso del tempo.

La mia ultima (la seconda) esperienza in Brasile dal Prof  Hugo Trevisi, il padre della tecnica MBT,  o maís clínico, come lo definiscono i colleghi sudamericani, ha contribuito  ad ampliare le mie conoscenze. Sono stato da lui di nuovo questa estate, ho praticamente trascorso le mie vacanze nel suo Studio. La sua disponibilità alla collaborazione e, ancor prima, alla condivisione, è stata per me un modo per crescere e maturare professionalmente in modo determinante.

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Il primo vero elemento formativo è osservare, confrontarsi e possibilmente vedere qualcuno più bravo in azione. Con Hugo é sempre così. Ogni lezione è un’ondata di informazioni, ogni argomento si rinnova attraverso l’interazione del gruppo di lavoro, e il tempo trascorso nella clinica di Presidente Prudente nello stato di San Paolo in Brasile, ha fugato dubbi, mi ha riempito di idee e allargato l’orizzonte. Voglio condividere con i colleghi questa esperienza perché non capita tutti i giorni di entusiasmarsi in questo modo dopo uno stage. Anzi. 

Ebbene, qui lo dico e mai lo negherò, continuerò a seguire il prof Hugo Trevisi in futuro dove e quando ne avrò la possibilità.

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Quanto spazio si recupera con la proclinazione dell’incisivo inferiore? (di D.Raviglia; rev. G.Fiorillo)

Secondo Mc Laughlin per ogni 0,5 mm di vestibolarizzazione dell’incisivo inferiore rispetto alla linea Apog – corrispondente a 1,25° di aumento dell’IMPA – si ottiene 1 mm di spazio in arcata (1).

A questo proposito, un recentissimo studio di Yitschaky e coll. apparso su Angle Orthodontist ha valutato la relazione che esiste tra affollamento e proclinazione dell’incisivo inferiore cefalometrico, effettuando misurazioni su modelli e teleradiografie latero-laterali di 111 pazienti pre e post trattamento ortodontico non-estrattivo(2). I risultati mostrano che per per un aumento di 0.5° dell’IMPA si ottiene spazio in arcata per 1 mm (0,5 mm per emiarcata) ; un valore molto più piccolo rispetto al dato proposto da McLaughlin. Inoltre, secondo questo articolo, per ogni 0,2 mm di vestibolarizzazione dell’incisivo inferiore su A-Pg si ottiene 1mm di spazio in arcata: in altre parole, un movimento rispetto ad A-Pog di 1 mm corrisponde a 2,5 mm per emiarcata (più ottimistico e favorevole rispetto al rapporto 1:1 dei testi MBT).

raviglia

Tradotto in termini clinici, se abbiamo pianificato di risolvere un affollamento inferiore di 1 mm in un paziente proclinando gli incisivi inferiori, dobbiamo aspettarci un aumento dell’IMPA di soli 0.5 ° contro gli 1,25° immaginati da McLaughlin, Bennett e Trevisi.

Ovviamente tale esempio è di proposito riduttivo poiché nella proclinazione dell’incisivo inferiore durante il trattamento ortodontico concorrono altri fattori, quali l’appiattimento della curva di Spee e l’espansione.

Quindi sostanzialmente i risultati di questo studio ci “confortano“ sul timore di vestibolarizzazione eccessiva degli incisiviin risoluzione del crowding. Tuttavia, a ben leggere l’articolo, si possono porre delle obiezioni.


“A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”: così apostrofava Giulio Andreotti in una delle sue massime.


Intanto, il campione non è omogeneo perchè dei 111 pazienti del campione, il 37% ha usato elastici di classe II, mentre il 42% ha montato bracket self-ligating. Nello studio inoltre non è specificata né sequenza né tipologia di archi utilizzati (tondi?rettangolari?) e neanche la forma specifica dell’arco (si parla di generica forma rettangolare). E ancora, i settimi non sono stati inclusi nell’apparecchiatura  e non si specifica se è stato utilizzato il bend-back. La tecnica utilizzata è Roth che prevede un valore di torque di 0° per gli incisivi inferiori contro i -6° della tecnica MBT. Infine tutte le misurazioni, cefalometrie comprese, sono state effettuate manualmente da un operatore che – per quanto esperto – non può avere la stessa accuratezza di un supporto digitale.

Tuttavia questo è uno di quegli studi che rappresenta un buon punto di partenza “evidence based” su alcuni aspetti dell’ortodonzia che sembrano per lo più essere tramandati come aneddoti o considerati dogmi dalla comunità internazionale e che spesso e volentieri non hanno alcun fondamento scientifico.

Daniele Raviglia, revisione Gianluigi Fiorillo.

 

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1). Mclaughlin RP, Bennett JC, Trevisi H. Systemized Orthodontic.Treatment Mechanics. Maryland  Heights, MO: Mosby; 2001:179.

2). O. Yitschaky ; M.S. Neuhof ; M. Yitschakya; A. Zini. Relationship between dental crowding and mandibular incisor proclination during orthodontic treatment without extraction of permanent mandibular teeth. Angle Orthod. 2016;86:727-733.

L’inclinazione dell’incisivo aumenta durante l’adolescenza.

Secondo uno studio pubblicato su Angle Orthodontist nel 2014(1), l’inclinazione cefalometrica dell’incisivo inferiore tende ad aumentare nell’intervallo 8-16 anni: i 1272 telecrani analizzati mostrano infatti un incremento medio dell’IMPA di circa 3^. Questi i dati:

8 years: girls = 93.9° [92.3°-95.7°], boys = 93.3° [91.8°-94.9°]

16 years: girls = 96.1° [94.1°-98.2°], boys = 97.1° [95.6°-98.6°]

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Quali desunzioni possiamo trarne? Intanto che il valore é maggiore a qualsiasi età del Tweediano 90°. Poi, che possiamo fissare come obiettivo il valore di 95° (quello MBT, per intenderci) e che è lecito  tollerare  1 o 2 gradi in più rispettivamente nei soggetti di sesso femminile e maschile. Sapendo che pochi gradi di inclinazione corrispondono a importanti mm di spazio in arcata…

Gianluigi Fiorillo

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1. Angle Orthod, 2014 vol. 84(1) pp. 109-19. The inclination of mandibular incisors revisited. Gütermann, C; Peltomäki, T; Markic, G; Hänggi, M; Schätzle, M; Signorelli, L; Patcas, R

 

Come conservare più a lungo un deciduo dove c’è agenesia del permanente corrispondente

Il trattamento ortodontico di malocclusioni caratterizzate da Agenesia può prevedere la conservazione del dente da latte e la sua futura sostituzione con impianto. E siccome il timing ottimale per l’introduzione di un impianto é generalmente lontano nel tempo, limitare la velocità di rizalisi é auspicabile. E si, perché contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le radici di un deciduo si riassorbono anche in assenza del permanente corrispondente. Di solito gli odontoclasti responsabili del riassorbimento provengono dal sacco follicolare del permanente che – in caso di Agenesia – è assente quanto il permanente che si formerebbe in seno ad asso. E allora?


Ricercando in letteratura troviamo due interessanti articoli, i cui abstract riporto qui di seguito:

#1

Eur. J. Oral Sci. 2012 Apr; vol. 120(2) pp. 147-52. Root resorption of primary molars without successor teeth. An experimental study in the beagle dog. Lin BC, Zhao YM, Yang J, Ge LH

Tooth agenesis is a common craniofacial congenital malformation in humans, but little is known about the mechanisms of root resorption in this condition. The purpose of this study was to investigate the mechanisms of root resorption in primary molars without successors. An animal model without permanent tooth germs was established by surgery in beagles. The times of onset of primary molar root resorption, with and without successors, were compared. The distribution of immune cells, odontoclasts, and their activating factors were determined by histochemistry and immunohistochemistry. Root resorption of primary mandibular molars without successors began later than physiological resorption. In primary molars without permanent germs, odontoclasts and immune cells were present mainly in the apical pulp at the start of root resorption, whereas in control teeth receptor activator of nuclear factor-κB ligand (RANKL)-positive cells were found mainly in the region of the periodontal ligament. CD14(+) and CD3(+) cells were found in both the pulp and the periodontal ligament region. These results suggest that the dental pulp of primary molars, as well as immune cells, may play an important role in root resorption in primary molars without permanent tooth germs.

#2

Zhonghua Kou Qiang Yi Xue Za Zhi. 2011 Mar; vol. 46(3) pp. 157-61. The role of pulp in the root resorption of primary teeth without permanent tooth germs. Lin BC, Yang J, Zhao YM, Ge LH

OBJECTIVE: To investigate the role of pulp in the root resorption of primary teeth without permanent tooth germs.
METHODS: The animal model without permanent tooth germs was established by surgery in Beagle dog. The root resorption was observed by taking periapical radiographs periodically. The samples of mandibular bone and pulp at different resorption stages were collected. The distribution of odontoclasts and the activating factor was analyzed by histological staining and semiquantitative reverse transcriptase polymerase chain reaction (RT-PCR). The role of pulp in the root resorption of primary teeth was tested by early pulpectomy.
RESULTS: In the root resorption of primary molars without permanent teeth germs, a large number of odontoclasts were present on the pulpal surface of the root canal. Semi-quantification RT-PCR showed that the ratios of the expression of receptor activator of NF-κB ligand (RANKL) mRNA and β-actin in the pulp of permanent teeth and primary teeth without permanent teeth germ during different periods of root resorption are 0.1314, 0.1901, 0.2111 and 0.6058 (P > 0.05). The root resorption of primary teeth without permanent teeth germs in test groups was about 5 weeks later than that of control group.
CONCLUSIONS: The pulp of primary tooth played an important role in the root resorption of primary tooth without permanent tooth germ.


 

In entrambi i lavori, si sostiene che un ruolo importante sia attribuibile alla polpa del deciduo, e che pertanto dal connettivo in essa presente possano differenziare le cellule polinucleate attive nell’opera di demineralizzazione radicolare.

Pertanto per rispondere alla domanda del titolo, é lecito affermare che – per assicurare longevità ad un dente da latte che non sarà sostituito dal permanente – possiamo sottoporre lo stesso a terapia canalare: solo così gli odontoclasti e le cellule mesenchimali da cui derivano possono scomparire quasi del tutto, assicurando la persistenza delle radici.

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La decisione di conservare il deciduo può essere presa in caso di agenesie del quinto inferiore (obbligando il sesto ad una relazione di leggera classe 2); in situazioni in cui il canino superiore permanente ha preso il posto del laterale agenetico e il canino deciduo mostra radice ben conservata; in generale quando il dente da latte funziona da mantenitore di spazio mesio-distale. Esistono ovviamente le importanti limitazioni legate alla anatomia endodontica e alla ridotta percentuale di successo di un trattamento pedo-endodontico, ma vale la pena considerare questa ipportunità quando serve.

Gianluigi Fiorillo

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Corsi

FOCUS ON MBT

 

Quando il mento non risponde alla terapia ortopedica della classe 2…

Parliamo di una cosa nuova: la Genioplastica Funzionale.

In età di crescita e intorno al picco siamo soliti applicare dispositivi ortopedico-funzionali per correggere le classi 2. I dispositivi che scegliamo sono diversi (Twin Block, Herbst, Forsus…), ma tutti mirano all’incremento di volume dei condili attraverso il condizionamento della postura mandibolare.

Il risultato è generalmente un misto di risposta scheletrica e di adattamento dentoalveolare. E ciò che accade è che otteniamo una perfetta classe 1 dentale mantenendo spesso un aspetto facciale di classe 2, a meno che non esistano condizioni particolarmente favorevoli (crescita verticale ridotta in particolare). La correzione paga il prezzo di una insufficiente proiezione orizzontale e di un eccesso verticale. Che tradotto in termini funzionali significa aumentata pressione del labbro inferiore (probabile causa di recidiva) e insufficiente competenza labiale.

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Come si può vedere dal tracciato cefalometrico soprastante che riguarda una correzione ortopedica in età di crescita (da Chamberlain, 2014), la normalizzazione dei rapporti dentari non corrisponde alla ottimizzazione scheletrica.

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Precious e Delaire definirono per primi la Genioplastica Funzionale, indicandola come la modifica chirurgica della forma del mento eseguita in adolescenza e finalizzata a normalizzare le funzioni e a migliorare l’estetica.

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Chamberland nel 2014 ha pubblicato un interessante lavoro in cui rendiconta circa un importante numero di pazienti sottoposti a Genioplastica Funzionale a 15, 15/19 e dopo i 19 anni. L’articolo è interamente scaricabile, e fornisce delle importanti e innovative indicazioni:

The mean genial advancement at surgery was similar for the three age groups, but the extent of remodeling around the repositioned chin was greater in group 1, less in group 2, and still less in group 3. Symphysis thickness increased significantly during the two-years postsurgery interval for the three groups, and this increase was significantly greater in group 1 than in group 3. Remodeling above and behind the repositioned chin also was greater in the younger patients. This was related to greater vertical growth of the dentoalveolar process in the younger patients. There was no evidence of a deleterious effect on mandibular growth. Conclusion – The outcomes of forward-upward gfore age 15) produces a better outcome in terms of bone remodeling.

È solo un’idea, ma forse è molto di più, una di quelle idee che potrebbero cambiare il nostro modus operandi in modo sostanziale. Il limite della chirurgia che potrebbe indurre il diniego, è limitato dalla procedura day-op che consente al paziente di riprendere immediatamente una vita normale.

Gianluigi Fiorillo

1. Orthod Fr, 2016 vol. 87(2) pp. 175-88. Functional genioplasty in growing patients. Chamberland, S; Proffit, WR; Chamberland, PE

Focus on MBT. Il 1 ottobre a Roma una giornata a partecipazione libera

Il 1 Ottobre Roma facciamo il punto. Una giornata dedicata alle basi della tecnica MBT, ovvero al ragionamento diagnostico-terapeutico tipico della filosofia, e alla sua proiezione futura. La semplicità abbinata al rigore come regole per la conduzione facile e senza sorprese di qualsiasi trattamento ortodontico. Con lo sguardo volto all’attualità merceologica, alla opportunità di nuove sequenze d’archi, di modifiche alla prescrizione e al posizionamento, ai trucchi per velocizzare. Nuovi spunti per appropriarsi (o avvicinarsi ulteriormente) del pensiero MBT e per aprirsi alle sollecitazioni del nuovo con le spalle forti di chi ha buone basi.

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Il 1 ottobre sarà anche l’occasione per presentare la nuova edizione (la decima) del Corso di Tecnica SW a ispirazione MBT che da anni si svolge a Roma con la possibilità di lavorare anche sui pazienti. Dopo un anno di pausa legato al trasferimento di questo format didattico presso importanti Università (Seconda Università di Napoli – Master di 2 livello; Università di Catania – Corso di Perfezionamento), riprendiamo la formazione MBT a partire da gennaio 2017 con un programma rinnovato nei contenuti, nelle presentazioni e sostenuto dalla presenza di altri relatori.

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Gianluigi Fiorillo

Info e iscrizioni

e.mail: formazionembt@gmail.com

whatsapp: 3356653343

Sede

Sala Corsi Formazionembt – via Helsinki 20 Roma EUR

 

 

Il Primo Corso Universitario di Surgery First d’Europa

E’ stato bandito il Primo Corso di Perfezionamento Universitario in Surgery First e Ortodonzia post. Organizzato dal Prof. Sandro Pelo, Presidente della Società Italiana di Chirurgia Ortognatica e Ordinario di Chirurgia Maxillo Facciale, annovera importanti relatori italiani e stranieri. Tra questi J. Sugawara (!), Y.R.Chen (!), E.J.Liou (!), gli ortodontisti R.Peretta (!), G.Fiorillo, G.Mandelli (!), F.De Nuccio (!), R.Schiavoni (!) e i chirurghi S. Pelo, A. Moro, G. Saponaro. I punti esclamativi sottolineano lo straordinario rilievo dei nomi che rendono questa una occasione di aggiornamento importante ed esclusiva.

E’ possibile scaricare il programma completo di questo Corso cliccando qui.


fronte


Info: corsosurgeryfirst@gmail.com; 3661161628

Domanda di ammissione

 

Il libro madre di ogni libro di Ortodonzia interamente scaricabile!

Nel 1898 e in seconda edizione nel 1900, Edward Hartley Angle pubblicava il libro “Treatment of malocclusions and fractures of maxillae” nel quale compariva per la prima volta la classificazione delle malocclusioni che ancora oggi utilizziamo.

 

Quel testo è disponibile online grazie alla digitalizzazione del patrimonio degli archivi di stato statunitensi, che consente il download di testi antichi. Un’opportunità unica per tutti noi quella di poter accedere alla lettura del testo dal quale nasce la nostra professione: un atto quasi dovuto, un tributo per comprendere e conoscere, per sorprenderci di lungimiranza e attualità. La stessa classificazione delle malocclusioni offre spunti notevoli di interesse. Per esempio era già definita la Classe 2 subdivisione, una delle Malocclusioni più complesse da trattare. A ben leggere, però si fa riferimento alla subdivisione anche alla classe 2 seconda divisione e alla classe 3, anche in questo caso indicando la presenza di una normocclusione sul lato controlaterale.

Nella descrizione anatomica delle malocclusioni, dove si analizzano le caratteristiche del profilo, è per esempio degno di nota la presenza nelle immagini (in totale sono 99, tra cui disegni, fotografie e radiografie) di profili con l’indicazione di una line verticale ideale molto simile alla più recente True Vertical Line che ha reso famosa l’analisi estetica di Arnett.

Molto interessante e attuale è inoltre il capitolo dedicato alla contenzione. La sua lettura andrebbe fatta con cura, perché in quello scritto ci sono le risposte che potremmo dare ai nostri pazienti e a noi stessi circa la stabilità dei risultati raggiunti con reciproca fatica.

 

Gianluigi Fiorillo

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Perché la sezione aurea è così importante se a ciascuno di noi piacciono le imperfezioni?

Il concetto di bello è molto soggettivo: a ciascuno di noi piacciono facce piene di imperfezioni, caratteristiche in cui la sezione aurea non è necessariamente rappresentata. Gli esempi di bellezza in cui i criteri della golden section non sono presenti sono infatti frequentissimi anche tra i personaggi famosi la cui actrattiveness non è influenzata o lo è solo in parte dalle proporzioni del volto.

Se cosi è perché allora  l’ortodontista deve far riferimento a criteri di bellezza oggettiva per adempiere al meglio al proprio compito? Perché cioè la terapia del paziente in crescita così come quella dell’adulto è guidata dall’estetica del profilo basata sulla sezione aurea? Perché l’allineamento dei denti frontali e il conseguente display del sorriso è considerato armonico se i rapporti anatomici sono quelli graditi a Fibonacci?  In altre parole, se a ciascuno di noi piace non necessariamente ciò che è bello in senso oggettivo, perché è essenziale la ricerca del bello oggettivo?

La soluzione è forse in questa tabella:

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Il criterio del “Non è bello ció che è bello, ma è bello ciò che piace” si applica e in parte solo alla situazione in cui l’uomo comune giudica ed è attratto da un’altra persona (il potenziale partner per esempio) ma mai nelle altre combinazioni possibili.


Ciascuno di noi si piace o non si piace se inconsapevolmente ritrova allo specchio i criteri oggettivi del bello: la capacità di valutare secondo la sezione aurea è in ciascuno di noi geneticamente presente anche se può essere o meno spiccatamente  manifesta. Il giudizio che ne deriverà in merito al trattamento ortodontico è legato alla percezione estetica oggettiva che spesso non riguarda la valutazione funzionale che dovrebbe rappresentare una chiave importante del successo terapeutico. È questo il motivo per cui hanno riscontro e successo i trattamenti ortodontici eseguiti da GP che si improvvisano Ortodontisti, o quelli condotti con obiettivi parziali ( per esempio i “social six” che tollerano inadeguati Over Jet ed Over Bite), o i trattamenti che finiscono con le imprecisioni posteriori non visibili.

Quindi noi siamo tenuti a ricercare l’estetica oggettiva che non necessariamente ci piace (o cercheremmo nel nostro partner) perché chi si sottopone ad un trattamento ortodontico ricerca consapevolmente o inconsapevolmente solo quello, avendolo come genetico e inconsapevole parametro di giudizio.

Nella terza riga della tabella si legge Moltitudine alla voce Giudice: quando a giudicare è la massa il giudizio dominante e diffuso non può che essere quello oggettivo, ed è anche per quest’altro motivo che la ricerca dell’estetica parametrata è obbligatoria.


Per concludere, se a qualcuno di noi è venuto di immaginare che l’estetica non è l’obiettivo fondamentale dei nostri trattamenti perché lo abbiamo considerato meno nobile rispetto agli obiettivi funzionali, o se l’adagio popolare della bellezza che piace ci ha condizionato,   questo qualcuno ha sbagliato. Ripeto, ha sbagliato. Perché l’estetica comanda geneticamente il nostro operato.

Gianluigi Fiorillo

http://it.paperblog.com/la-sezione-aurea-una-traccia-di-dio-1496135/

http://www.cupolegeodetiche.it/sezione_aurea.html

 

Vuoi sapere in quale direzione va l’Ortodonzia?

Più o meno tutti noi Ortodontisti siamo in grado di renderci conto dei cambiamenti che la nostra professione subisce (o genera) nel corso degli anni; siamo cioè abbastanza consapevoli del progresso che ci riguarda. E infatti assistiamo interessati al successo delle TADs, degli allineatori trasparenti, dei bracket self ligating, dell’imaging 3D e delle corticotomie: in altre parole, i topic innovativi che stanno cambiando la nostra professione… Ci rendiamo conto di questo durante i Congressi, a seguito delle sollecitazioni commerciali e parlando con i colleghi.

Ma, recentemente, navigando senza meta sul web, ho scoperto un modo per avere il polso non solo dell’attualità ma anche del futuro del nostro mondo. Esiste un sito che si chiama worldwide.espacenet.com nel quale sono disponibili le schede tecniche di tutti i brevetti internazionali registrati relativamente a tutti gli ambiti, che presenta al suo interno un motore di ricerca raffinato in grado di limitare l’indagine a ciò che ci interessa. Se infatti nel campo Advanced Search inseriamo la parola Orthodontic (che comprende anche Orthodontics), tiriamo fuori tutti i brevetti registrati per l’intero globo terraqueo riguardanti l’ortodonzia, riuscendo ad avere informazioni su provenienza geografica dell’inventore, tipologia dell’oggetto o del sistema, azienda coinvolta.

Possiamo per esempio renderci conto che la gran parte dei brevetti riguarda nuovi bracket self ligating, possiamo andare a vedere cosa ha brevettato una determinata azienda (vogliamo sapere che forma avrà il nuovo bracket 3M o Ormco?), possiamo stabilire che gli Stati più attivi nella produzione di brevetti sono collocati in oriente e rispondono al nome di Korea, China e Taiwan. E volendo si può anche impostare una banale statistica, cosa che ho provato a fare. Non prima però di informarvi su alcune chicche.

Ho scoperto per esempio che forma avrà e quali innovazioni presenterà il nuovo bracket Damon… Non lo sa nessuno, ma non è spionaggio industriale se possiamo descrivere il bracket come un oggetto in grado di modificare l’inclinazione dello slot e conseguentemente della informazione di torque. E se la curiosità ci anima possiamo ricostruire l’evoluzione del sistema Damon dagli inizi semplicemente semplicemente riguardando in ordine cronologico progressivo i brevetti che lo hanno riguardato, inserendo il nome Damon nello spazio inventor.

Ho scoperto quale modifica potrebbe subire il pushrod del Forsus, il sistema 3M per la correzione delle classi 2. Ebbene il braccio in questione appare angolato per seguire la curvatura della arcata e si inserisce sull’arco inferiore con un sistema ancora più pratico ed efficiente di quello attuale.

E ancora, ho scoperto un’interessante cantilever da abbinare alla testa della Ortho-implant brevettata dal bravissimo collega italiano Marino Musilli per realizzare sofisticati sistemi biomeccanici.

 

Nel motore advanced search del sito esiste anche il campo applicant (riferibile alla azienda è distinto dal campo inventor). E se per esempio, indichiamo in questo campo Align Tech, possiamo farci un’idea degli sviluppi futuribili del sistema di aligners più conosciuto al mondo. Chissà per esempio se vedremo mai realizzata l’idea dei piani di rialzo simili al Twin block che possiamo vedere cliccando su questo link. Sarebbe una novità molto interessante!

 

Chissà se la curiosità da amanti dell’ortodonzia vi spingerà a dare un’occhiata…

Gianluigi Fiorillo